Situato in una traversa di Via Ugo Bassi, Casa Merlò è un’insegna che si discosta un po’ dalla solita proposta bolognese. Di certo non mancano i grandi classici, ma sono le idee di Dario Picchiotti e Francesco Tonelli a renderlo un unicum.
Bologna si sa, riesce sempre a regalare grandi emozioni in ambito gastronomico, anche se troppo spesso le proposte tendono a rimanere troppo salde alle tradizioni. Non certo una scelta sbagliata per quella che è la storia culinaria della “Grassa”, ma ogni tanto far fluire le idee e renderle uniche dà modo ai locali di distinguersi gli uni dagli altri.
Partendo da questo aspetto, possiamo dire che Casa Merlò ha capito come affiancare la proposta tra quella tradizionale bolognese e “Quello che piace a noi”, come citato in carta.

Il locale e i registi
Il locale di Dario Picchiotti e Francesco Tonelli nasce nel 2019 quasi a ridosso della pandemia, un periodo che non ha certo premiato fin da subito gli sforzi fatti. Ma ad oggi, è riuscito a farsi conoscere e farsi amare sia dai bolognesi che dai turisti di buon palato.
Ciò che salta subito all’occhio è la coesione che c’è tra lo chef Dario e Francesco, responsabile di sala e della proposta dei vini. Dario punta ad una cucina sincera e senza fronzoli, Francesco, allo stesso tempo riesce a contornare le proposte con un’accoglienza altrettanto diretta e con una carta dei vini tanto importante, quanto inusuale per un’osteria.
Se Dario cerca sempre di scovare qualche chicca di produttori locali da proporre nei suoi piatti, anche Francesco parte dall’intento non solo di proporre i capisaldi dell’enologia mondiale, in particolare Champagne, ma di puntare anche sulla valorizzazione di giovani realtà delle colline emiliane, come alcune cantine che lavorano al naturale.

Le proposte di Casa Merlò
Da Casa Merlò il consiglio è quello di farsi guidare alla cieca da Dario e Francesco, così da provare le tre differenti proposte, “La Tradizione”, “Quello che piace a noi” e “Adoriamo essere italiani”.
La prima tiene i piedi ben saldi nella tradizione, partendo dai classici salumi a quelli cotti di loro produzione. Incredibile la pancetta cotta in maniera tale che risulti “porchettata”.
Tra i primi citiamo ovviamente gli ottimi tortellini in brodo, le tagliatelle a ragù e la lasagna. Tra i secondi, immancabile è la “cotoletta di vitello alla bolognese” che a differenza da quelle che si è soliti trovare, non trasuda di salsa, così da esaltare la carne in sé. Ce ne fossero di cotolette come questa!
“Quello che piace a noi” è sicuramente la proposta più interessante, senza nulla a togliere alle altre che sono altrettanto piacevoli, ma iniziare con il “Poldino alla bolognese” è la prova che si possono trovare nuove strade per proporre i nostri prodotti emiliani. Il ripieno dei tortellini diventa un burger accompagnato da friggione e crosta di parmigiano soffiata.
Oppure, l’”Omaggio a Silverio” che rievoca il bombolone dello chef Cineri riproposto con taleggio caviale di tartufo nero. Le “Ruote alla vodka” invece, tra i primi piatti, ricordano gli anni ’80.
L’ultima proposta, ma non per importanza, omaggia quelli sono stati dei piatti mitologici per l’Italia, come il cervello fritto (che curiosamente ricorda i funghi cardoncelli fritti), la pappa al pomodoro, il fegato alla veneziana e il risotto alla zafferano.
Casa Merlò come detto è il giusto equilibrio tra ciò di cui non puoi fare a meno e un qualcosa di nuovo per Bologna, ma in entrambi i casi si uscirà soddisfatti!