Roma è solita regalare viste mozzafiato, in particolare sulle terrazze affacciate sul centro storico, senza dimenticare luoghi apparentemente più nascosti che regalano grandi sorprese, specialmente quando si parla di cocktail bar d’alto livello. Scopriamone alcuni!
Il mondo della mixology a Roma è in continuo fermento, specialmente in questo periodo estivo, quando siamo a ridosso delle vacanze e cerchiamo un luogo dove concederci un drink per staccare dalla routine della settimana.
Durante il periodo estivo sono molto in voga le terrazze, una valida alternativa ai cocktail bar classici, non bisogna però tralasciare locali un po’ più nascosti, ma con proposte estive interessanti. Ecco alcuni locali!
Hey Güey, la terrazza dell’hotel Chapter
A pochi passi dal ghetto ebraico troviamo l’Hotel Chapter, nato da un’idea di Marco Cilia, imprenditore romano con un passato nell’alta finanza e una passione per l’arte. L’hotel nasce negli spazi di un palazzo del 1880 al Rione Regola e ormai da qualche tempo rientra tra le strutture d’accoglienza più innovative e creative della Capitale.
Sulla terrazza dell’ultimo piano, da quasi tre anni, accoglie non solo i clienti dell’hotel, ma anche gli ospiti esterni in uno stile centroamericano che strizza l’occhio al Messico. Un luogo immersivo nel cuore di Roma che ti fa viaggiare dall’altre parte del mondo grazie ad un design moderno dai colori accesi e ai tanti elementi che richiamano al Messico; cactus, agavi e l’apecar azzuro tipico dei campesinos del Centro America. L’idea di Hey Güey è quella di proporre cocktail in abbinamento ad una selezione di piatti da condividere coerenti a quello che è il mood del locale. Varia la selezione di tacos, churritos e tlacoyo e tanti altri appetizers tipici.
Per l’estate 2024 lo staff ha pensato ad una drink list divisa in due sezioni, una incentrata sul Margarita e una dalle proposte più variegate. La prima comprende i classici Tommy’s e Margarita e altre varianti Frozen e l’Oaxaqueña, con mezcal al posto della classica tequila.
Le seconda proposta vede i signature drink distinguersi per la loro freschezza e il richiamo al mondo latino. Tra questi, il Manzanita, dove un whisky irlandese Jameson esalta le sue note intense e regge al meglio un cordial alla mela e un liquore che dà il nome al drink a base di mele verdi.
Interessante è anche l’Amor en Roma, una sorta di spritz ispanico con Italicus e un cordial all’ananas che supporta il prosecco e la soda. Curiosa è anche una variante del Bloody Mary, El chupacabras con Mezcal del maguey vida, succo di pomodoro, bloody mix, sciroppo di chipotle e lime.

Wisdommless, la storia rievocata nei cocktail
Il Wisdomless è uno dei luoghi più magici quando si parla di cocktail bar, situato in Via Sora, nello splendido Palazzo Boncompagni dei Duchi di Sora, una struttura risalente al Cinquecento nei pressi di Piazza Navona. Un luogo di rilevanza storica molto importante dal quale sono passati grandi figure del passato.
Questo cocktail bar cerca di riportare in auge questa importanza con un design in stile coloniale, come il banco bar suggerisce, accompagnato da numerosi oggetti di antiquariato e modernariato: da una vela originale della Compagnia delle Indie che risale al XVII secolo, fino a numerose lampade e statuette di inizio Novecento. Persino un coccodrillo imbalsamato, posizionato in una teca, incastonata sotto il bancone. Accedendo allo spazio inferiore, molto curiosa è la zona dedicata ai tatuatori (si! Tra un drink e l’altro è possibile farsi tatuare) e suggestiva è l’area completamente in legno dove troviamo due bandiere italiana risalente all’epoca monarchica.
Il team di esperti addetto alla mixology è guidato da Dario Comis, accompagnato dai bar supervisor Francesco Lazzo e Alessandro Elisei, che hanno portato un occhio differente all’interno del team.
Per questa stagione il Wisdomless ha voluto celebrare i Grand Tour del secolo scorso: i famosi viaggi dei ricchi rampolli di inizio Novecento che hanno dato origine al fenomeno del turismo di massa, seppur d’elite.
L’idea delle proposte nasce dalla connessione tre spezie e ingredienti collezionati e raccolti in ogni parte del mondo, lavorati e trasformati in infusi, sciroppi e preparazioni, come nelle antiche botteghe.
Tra i cocktail più interessanti troviamo il Sour Grapes, un drink lavorato con l’uva bianca assieme a una base di Rum Zacapa 23 che ha l’intento di esaltare il distillato guatemalteco, affinato in botti di Sherry.
Non da meno è il Rhubarb and Strawberry Ramos, una rivisitazione del Ramos Fizz che regola l’amaro del rabarbaro e la dolcezza della fragola, contornate al meglio dalla vaniglia, che si lega con soda, albume d’uovo e crema di latte.

ORO Whisky Bar nelle sue declinazioni
Ad una manciata di passi da Piramide, in un basement nel quale non finisci certo per caso, troviamo ORO Whisky Bar, un locale nato dall’idea di Andrea Fofi (ideatore del Roma Whisky Bar e socio fondatore del Roma Bar Show) di diffondere la cultura del whisky sia nella sua forma pura, che nel bere miscelato.
Questo cocktail bar da quando ha aperto si è reso ambasciatore di questo distillato che spesso non trova la visibilità che merita. Dalla ricerca di questo prodotto nascono quelle che sono le proposte pensate dal general manager Daniele Gentili e dal bar manager Francesco Cimaglia.
L’idea dell’ultima drink list stagionale è quella di proporre le sfumature sensoriali del whisky, partendo dalla sua grammatica. Lo staff, infatti, ha delineato dodici parole che raccontano le caratteristiche del distillato applicandole ai cocktail. “Affumicato, mine-rale, sulfureo, marino, erbaceo, vinoso, legnoso, fruttato, oleoso, floreale, dolce e cereale” sono le parole, o meglio, i cocktail frutto dell’esperienza di Francesco Cimaglia. Vediamone alcuni; “Erbaceo”, una variante sul boulevardier, arricchito dalle note di timo, a quelli più sofisticati, come Kaori, “Vino-so”, in cui si incontrano Giappone ed Europa e “Marino”, con scotch whisky e borragine e nero di seppia.
Per ogni drink, vengono previste versioni differenti con diverse etichette e di whisky, ampliando in questo modo, la proposta rendendola accessibile a più palati.
