Aprile 21, 2025
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FOOD INNOVATION HUB E LA PROVA DI PASQUALUCCI

Lazio Innova ci ha invitato sabato 12 Novembre all’Excellence per sperimentare prodotti innovativi tutti laziali.
Ecco com’è andata.

L’innovazione tecnologica ha acquisito negli ultimi anni un ruolo fondamentale, soprattutto per lo sviluppo del settore agroalimentare. I risultati, non riguardano solamente la tracciabilità e la sicurezza, ma anche la creazione di nuovi prodotti salubri e ricchi di sostanze nutritive (i così detti “superfood”) derivanti anche dall’affermazione di nuovi modelli circolari e sostenibili.

La Regione Lazio, tramite Lazio Innova, ha presentato per la seconda volta Food Innovation Hub, un’iniziativa realizzata in collaborazione con Agro Camera, che da spazio a piccole e medie imprese  con l’obiettivo di stimolare e supportare i processi d’innovazione e di diversificazione del mercato.

Il progetto si è avvalso della Digital Kitchen Lab, il primo spazio collaborativo regionale dedicato all’innovazione alimentare: un luogo attrezzato con postazioni e macchinari ad alta tecnologia, pensato per sperimentare e prototipare prodotti e nuove ricette. Quelli creati quest’anno, sono stati presentati all’Excellence, nota fiera annuale nel settore food, tramite alcuni cooking show con protagonisti chef laziali.

Noi abbiamo assistito giorno 12 Novembre alle 14.30 al cooking show con Andrea Pasqualucci, chef del Moma, ristorante a Roma con una stella Michelin. Lo chef ha presentato una lista di piatti, contenenti alcuni dei prodotti creati con Food Innovation Hub. SI tratta fondamentalmente di cibi pronti da mangiare, che però partono da ingredienti del territorio e che sono anche salutari poiché contenenti materie prime di qualità, altamente selezionate. Alcuni sono riusciti anche ad essere sorprendentemente innovativi.
Di seguito vi descriviamo ciò che ha proposto lo chef.


Un antipasto composto da:
–  Supplì Amatriciano con spuma al pecorino: il prodotto presentato è stato proprio il supplì, che sarà distribuito nella GDO in versione “congelata ma salutare”;
Ciambellone di Solina e Ragù Bianco Reatino: qui lo chef si è “particolarmente divertito”, abbinando un ciambellone dolce, creato dalla farina di Solina, un grano tipico delle zone di montagna dell’Abbruzzo, poco tenace, con basso contenuto di glutine ma dal grande profumo, ad un ragù bianco fatto da carni provenienti della zona del reatino, rigorosamente senza antibiotici. Entrambi buoni, non c’è che dire;
Spiedino di Tripletta, un mini salume, in confezione da tre, con carne di suino, spezie ad alto contenuto proteico, ideale per gli sportivi, insieme a della giardiniera all’Aceto di Kiwi. Avete capito bene: dell’aceto che viene prodotto dal kiwi. Formidabile, ma da usare con cautela;
– Un maritozzo salato con un Wurstel Nutraceutico e cavolo marinato sempre all’Aceto di Kiwi:
prodotto sbalorditivo se si pensa al fatto che normalmente il wurstel viene considerato come un alimento che non faccia proprio bene alla salute.


Si passa poi al primo, ravioli con ripieno di patate Vitelotte, pomodori secchi e baccalà: qui l’innovazione sta nel proporre una crema spalmabile a base di patate vitelotte, un’antica e rara specie di patata dalla buccia e polpa viola. Perfetta per farcire i ravioli o da usare sui crostini. L’abbinamento proposto dallo chef con pomodori secchi e baccalà non è sorprendente, ma comunque azzeccato.


La degustazione si conclude con un Panettone con Lamponi e Nocciole, un panettone in vaso cottura che verrà distribuito direttamente nel vasetto di vetro, che lo chef propone con una crema al cioccolato, del croccante di frutta secca, coulis di lamponi e in cima quello che sembra essere un sorbetto al fiordilatte (e come tocco finale l’aggiunta di qualche erbetta, che non fa mai male).

Un appuntamento tutto sommato riuscito, interessante, che ci ha permesso di conoscere storie di aziende che mettono del vero impegno in quello che fanno. Il migliore augurio che possiamo fare loro è quello di trovare il loro spazio nel mercato e di essere apprezzati così come li abbiamo apprezzati noi.