Gennaio 23, 2025
BEREVINO

LE MARCHESINE, BOLLICINE E ACCOGLIENZA

Con 600mila bottiglie prodotte annualmente e 60 ettari di terreno vitato, sono molte le aziende vitivinicole che da familiari si trasformano in qualcosa di diverso, piccole industrie a tratti impersonali. Ma non è certo il caso de Le Marchesine.

Quella delle Marchesine è una realtà franciacortina che dal 1985 pare aver capito molto bene come far sentire parte della propria famiglia anche gli ospiti.

In principio ci fu Giovanni Biatta, che con l’acquisto dei primi tre ettari iniziò un’avventura enologica giunta ormai alla quinta generazione con Andrea e Alice, figli di Loris, che attualmente è al vertice dell’azienda.

In cantina

Le varietà di terreni, dislocati in vari comuni della D.O.C.G., permette una grande espressione delle uve Pinot Bianco, Pinot Nero e Chardonnay, che si ritrovano poi nella decina di etichette proposte, quasi tutte focalizzate su Metodo Classico. Con i lavori di ristrutturazione ed ampliamento avviati nel 2020, a fronte di un investimento milionario (e nessun fondo a parteciparvi, ma unicamente le forze della famiglia Biatta), ecco che la vecchia cantina è stata ampliata di 3.500 metri quadrati in interrato e 1.800 mq in superficie, con l’obiettivo di arrivare a produrre 700mila bottiglie nei prossimi tre anni. “L’implementazione di nuovi impianti e nuove tecnologie ci permette sì di ottenere un vino di qualità sempre maggiore – appunta Loris Biatta – ma anche di migliorare notevolmente il lavoro per i nostri dipendenti e collaboratori”.

La nuova area Hospitality

La novità principale, e su cui si scommette di più, è la nuova area hospitality. L’accoglienza scorre calda nelle vene della famiglia Biatta, che ha così voluto omaggiare i propri visitatori offrendo uno spazio dedicato e rinnovato in toto, pensato per degustazioni ed eventi privati, sia business (è presente una sala meeting) sia di piacere. Lo spazio non manca e la convivialità è assicurata, ma al contempo è stato tutto studiato in modo da garantire la giusta intimità a tutti i visitatori. A completare l’offerta, una cucina professionale, attrezzata per accogliere servizi esterni di catering. Ci sono poi anche una manciata di camere, che però fungeranno da foresteria, destinate ad amici ed ospiti della cantina. Dopo 10 anni di pensieri volti a fare questo salto nell’hospitality, complice la richiesta di mercato, i Biatta si posizionano con un’offerta completa, che guarda al futuro del territorio e alla sua espansione e promozione: “vogliamo che si senta il rapporto tra familiarità e territorio – spiega Andrea per noi, fare enoturismo, è un altro modo per sviluppare il nostro lavoro in cantina”.

Sostenibilità e accessibilità

Lo sviluppo del territorio passa anche dalla sensibilità verso la sostenibilità, ed infatti con i lavori di rinnovo Le Marchesine è diventata quasi autosufficiente, grazie all’impianto fotovoltaico che va a sopperire fino all’80% del fabbisogno energetico aziendale. Ma il lavoro non finisce qui. Infatti, Andrea ha avviato, supportato dal Consorzio tutela del Franciacorta, un progetto che vede protagonista un vigneto sperimentale, dove sono stati selezionati dei vitigni Piwi (dal tedesco pilzwiderstandfähig che significa “viti resistenti ai funghi”) per sconfiggere i crescenti problemi legati al cambiamento climatico, come la difficoltà di raccolta e le molte malattie che stanno intaccando Vitis Vinifera.

Riguardo all’accessibilità, menzione d’onore va all’ascensore, che permette a chiunque libero accesso alle varie aree dell’azienda, che per naturale conformazione delle cantine vitivinicole, non è per nulla scontato.

La degustazione

Ma eccoci al dunque. Cinque gli assaggi, più un bonus.

Partiamo con AUDENS, il Dosaggio Zero dell’azienda da blend di Pinot Bianco, Pinot Nero e Chardonnay che fa solo acciaio e affina 24 mesi sui lieviti. Un vino di facile beva, fresco, minerale, dissetante, pronto e versatile. Perfetto per un aperitivo o un tutto pasto.

La degustazione prosegue con ESUS, un brut 100% Chardonnay, 48 mesi sui lieviti. Assaggiato il Millesimato del 2015, che regala quei tipici di sentori di crosta di pane, pasticceria e mandorla tostata. Ottimo. Non a caso è il vino più rappresentativo della cantina.

Passiamo poi all’etichetta ARTIO, un rosé da blend Chardonnay e Pinot Nero, 42 mesi sui lieviti, millesimo 2019. Spezie, agrumi e muschi regalano un naso ricco ma delicato, che si ritrova anche in bocca per un eccellente equilibrio complessivo.

Poi un Pinot Nero in purezza, NODENS, Extra Brut del 2017, fresco e piacevolissimo, dritto e agrumato ma al contempo morbido e dolce. Da ricordare.

L’assaggio seguente passa alla collezione “SECOLO NOVO”, punta di diamante della produzione aziendale. Dapprima il GIOVANNI BIATTA 2010, la Riserva del Fondatore, realizzato a partire dalle migliori annate di Chardonnay in un unico vigneto a Gussago. Ricca componente acido salina. Disponibili solo 5mila bottiglie.

In ultimo il bonus, un SECOLO NOVO 2006 dalla cantina storica, non disponibile per la vendita. Si sente la marna, si sente la sboccatura del 2011. Un Blanc de Blancs profondo e complesso, che porta benissimo i suoi anni e che diventa quasi da meditazione, con note di frutta candita che portano la memoria ai passiti.

Quella delle Marchesine è una realtà franciacortina che dal 1985 pare aver capito molto bene come far sentire parte della propria famiglia anche gli ospiti.
In principio ci fu Giovanni Biatta, che con l’acquisto dei primi tre ettari iniziò un’avventura enologica giunta ormai alla quinta generazione con Andrea e Alice, figli di Loris, che attualmente è al vertice dell’azienda.

La novità principale, e su cui si scommette di più, è la nuova area hospitality. L’accoglienza scorre calda nelle vene della famiglia Biatta, che ha così voluto omaggiare i propri visitatori offrendo uno spazio dedicato e rinnovato in toto, pensato per degustazioni ed eventi privati, sia business (è presente una sala meeting) sia di piacere.

Cinque gli assaggi, più un bonus. Partiamo con AUDENS, poi ESUS, ARTIO e NODENS, concludiamo con SECOLO NOVO