Il locale da tanti anni è meta sicura per l’ospite gourmet, nella nuova gestione iniziata un anno prima del Covid è forse perfino migliorato merito dei due giovani fratelli alla guida, Filippo Scapecchi in sala coadiuvato da Luca Vanneschi e Akira Ohminato e Lorenzo in cucina coadiuvato da Gian Andrea Gambi. Il nome del ristorante “Terramira”, proviene dal latino e significa “terra meravigliosa”, il ristorante ha un messaggio forte: rendere omaggio alle eccellenze del territorio. I prodotti sono tutti selezionati da piccoli produttori e da un orto con fiori ed erbe spontanee limitrofo al ristorante. La trota, il piatto che più ci ha stupito, è fornita dall’Antica Acquacoltura Molin di Bucchio di Stia. I piatti rispettano tutti la tradizione ma hanno sempre un tocco di innovazione. I menù degustazione sono tre: “Territorio” e “Ricerca” con piatti a base carne e pesce e “Vegetale” con specialità in cui le protagoniste sono proprio le verdure km0. Altra menzione all’Anguilla alla brace glassata con un riso al salto e radici in agrodolce, materia prima ottima e sapore che strizza l’occhio alle terre d’oriente. Molto gradevole il predessert, il gelato al bergamotto, fresco e pulito che anticipa l’arrivo di due dolci, dove molto interessante è il Millefoglie alle albicocche con pepe di Timut.
Luigi Cremona
Ingegnere con due grandi passioni: i viaggi e la gastronomia. La prima lo ha fatto andare in giro per il mondo, dall’ Alaska alla Corea, dalla Terra del Fuoco al deserto del Kalahari, dall’Himalaia a Capo Nord alla ricerca dell’ umanità nei suoi vari aspetti e forme.