Dicembre 8, 2024
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COME STA L’HOSPITALITY ITALIANA? LA FOTOGRAFIA SECONDO PANBIANCO

Sul palco del summit di Pambianco dedicato all’hotellerie si è fatto il punto della situazione, con dati e testimonianze dei principali player.

Coda lunga della pandemia, cambiamento climatico e conflitti internazionali hanno un peso sociopolitico rilevante, che si è abbattuto e tutt’oggi pesa anche sul comparto dell’hospitality. Se ne è parlato mercoledì 13 marzo a Palazzo Mezzanotte, durante la 2° edizione dell’Hôtellerie Summit organizzato da Pambianco, in cui sono stati portati alla luce una serie di approfondimenti che analizzano il nuovo assetto, destinato a diventare la nuova normalità per il settore.

Gli ospiti della 2° Edizione dell’Hotellerie Summit 

Sul palco David Pambianco, CEO di Pambianco e moderatore della giornata, insieme a Pier Ezhaya, Presidente Astoi Confindustria Viaggi; Graziano Debellini, Presidente TH Group; Christian Boyens, Vice President & Divisional Leader Southern Europe Belmond; Andrea Kellner Ongaro, VP Commercial Strategy Europe & North Africa | Accor Premium, Midscale & Economy Brands; Leonardo Massa, Vice President Southern Europe & Managing Director Italy di MSC Crociere; Marco Gilardi, Operations Director Italy & USA – Minor Hotels Europe and Americas; Liliana Comitini, Presidente e Amministratore Delegato B&B HOTELS Italia, Slovenia e Ungheria; Valentina De Santis, CEO & Owner Grand Hotel Tremezzo, Passalacqua e Sheraton Lake Como; Marcello Cicalò, CEO Bluserena Hotels & Resorts; Luca Boccato, CEO HNH Hospitality; Aldo Melpignano, Fondatore e Amministratore Delegato di Egnazia Ospitalità Italiana; Davide Bertilaccio, CEO Villa d’Este Hotels.

Turismo, la sfida del new normal tra lusso e midscale 

Alessio Candi, Consulting e M&A Director di Pambianco, ha fotografato, nella ricerca condotta da Pambianco, il settore del turismo e del viaggio in Italia, con dati interessanti. Basti pensare che il 12% della forza lavoro del Paese è concentrata appunto in questo settore economico. In particolare, si è evidenziato come sia aumentato l’afflusso di turisti stranieri post Covid-19, specialmente da Paesi del Medio Oriente. L’Italia è infatti al terzo posto tra i Paesi più visitati d’Europa, dopo Francia e Spagna, e la percentuale di turisti stranieri cresce di pari passo alla categoria degli hotel. L’Italia ha però un problema di frammentazione, con molte realtà a conduzione familiare e le catene che ancora adesso faticano a penetrare il nostro territorio. Il dato negativo? Come tutti sappiamo, la difficoltà nel reperire e formare risorse umane.

Fabio Savelli, Partner e CEO Sita Ricerca, ha quindi presentato una ricerca dal titolo: “Le vacanze in Italia. Il customer journey del viaggiatore”. Lo spaccato racconta di come il consumatore finale sia sempre più attento ai prezzi e all’igiene delle strutture, e di come i siti di aggregazione facciano ancora la differenza nel cercare e prenotare strutture. Gli Italiani sono il popolo poi della categoria 3 stelle, scelta dai più per il rapporto qualità prezzo, mentre gli alberghi da 4 stelle in su vengono scelti per concedersi una coccola e cercare comfort maggiore, oltre che esperienze uniche. Un aspetto di fondamentale importanza è la colazione, vero veicolo di scelta e capace anche di non far ritornare il cliente se scarsa e poco invitante.

Come Witay siamo organizzatori dei premi Emergente, contest che si premurano di scovare giovani talenti emergenti nel settore della ristorazione e dell’accoglienza, motivo per cui abbiamo un debole per chi si occupa e crede nella formazione dei ragazzi. Ecco perché abbiamo trovato rilevante l’intervento di Graziano Debellini, Presidente di TH Group e Presidente della Scuola Italiana di Ospitalità, prima hotel school in Italia, fondata con CDP e Ca’ Foscari: “una realtà il cui seme è stato piantato circa 50 anni fa, quando il personale che lavorava in hotel durante l’estate, nel periodo invernale, con la struttura chiusa, si dedicava a fare formazione. Trovavo assurdo che non ci fossero realtà formative in questo settore in un Paese come il nostro”.

Insomma, come è stato detto durante l’ultima intervista, quella a Davide Bertilaccio, CEO Villa d’Este Hotels, nel settore dell’ospitalità italiana regna un “quieto ottimismo”. Vedremo cosa ci riserverà il prossimo futuro.