Dicembre 8, 2024
EVENTIVINO

Oltre cento donne del vino tra le meraviglie del Piemonte

La convention nazionale dell’associazione guidata da Daniela Mastroberardino è stata ospitata tra le colline del Gavi, Timorasso, Moscato e Nebbioli dell’Alto Piemonte. Presentati i dati di un sondaggio sul cambiamento climatico.

Più di cento Donne del Vino da tutta Italia hanno raccolto l’invito a scoprire le meraviglie dell’Altro Piemonte per la loro Convention nazionale: cinque giorni a scoprire le colline del Gavi, del Timorasso e del Moscato, per poi puntare verso Nord tra le vigne del Nebbiolo di Ghemme, Gattinara e Boca. Produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste sono arrivate da tutta Italia per partecipare a questo appuntamento annuale organizzato dall’Associazione di enologia al femminile più grande del mondo (ad oggi 1070 associate) che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva vitivinicola.

L’Associazione Donne Del Vino

Nata nel 1988, l’Associazione Le Donne del Vino festeggia i 35 anni di attività. È guidata dalla presidente irpina Daniela Mastroberardino affiancata dalla vice vicaria alessandrina Francesca Poggio, produttrice di Gavi. In Piemonte c’è una delegazione molto affiatata con più di cento associate guidate da Ivana Brignolo Miroglio. Sono pochi i dati raccolti sulle donne e il vino in Italia, ma è possibile affermare con certezza che l’incremento del numero e del ruolo delle donne, nel comparto enologico, abbia un effetto molto positivo. In generale, in Italia, le donne guidano il 28% delle imprese agricole con vigneto e cantina. Un rilevamento più recente ci fornisce un’indicazione dettagliata della presenza femminile nelle imprese italiane del vino: le donne sono l’80% degli addetti al marketing e alla comunicazione, il 51% di chi si occupa di commerciale e il 76% di chi riceve gli enoturisti. In vigna e in cantina la loro presenza si riduce al14%. La SAU, Superficie Agricola Utilizzabile, a conduzione femminile è solo il 21% del totale ma produce il 28% del PIL agricolo (Censis 2018)

L’evento

Il Forte di Gavi ha ospitato un momento di riflessione e confronto su sostenibilità, vitigni autoctoni, nuove sfide. Moderate dalla giornalista Lara Loreti, hanno portato il loro contributo Antonella Bosso, responsabile del Centro di ricerca viticoltura ed enologia di Asti, Silvia Guidoni, professoressa associata al Disafa – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, e Giusi Mainardi giornalista, storica del vino e docente di Storia della Vite e del Vino. Daniela Mastroberardino ha presentato i risultati di un sondaggio interno alle Donne del Vino sui cambiamenti climatici e la loro influenza sulla viticoltura. Hanno risposto 109 produttrici. Vediamo nel dettaglio i risultati.

Cambiamento climatico: i risultati del sondaggio

Le produttrici intervistate dichiarano che i loro vigneti prevalentemente non presentano impianti irrigui di soccorso (51.4%). Chi ha nei propri vigneti impianti irrigui di soccorso (circa 48%) ha dichiarato di utilizzare come fonti di irrigue quelle provenienti da pozzi (42.31%) e dai consorzi di bonifica (32.69%). La maggior parte delle socie ha espresso un parere positivo all’applicazione di acque di recupero per l’irrigazione (86.1%). Il cambiamento climatico si sta manifestando attraverso l’arrivo di piogge violente ed improvvise con grandinate anomale (19.38%), aumento dei periodi di siccità (16.70%) e con un aumento delle temperature medie autunno-invernali (12.78%). Le conseguenze dei cambiamenti climatici influiscono sulla viticoltura principalmente con uno sfasamento tra le fasi della maturazione tecnologica e della maturazione fenolica/aromatica (13.20%), ovvero sull’anticipo dell’epoca di maturazione dei grappoli (12.58%). Altri importanti fenomeni riscontrati sono l’anticipo delle fasi fenologiche della pianta (10.72%), diminuzione delle rese/ettaro (9.90%) e maggiore incidenza di parassiti e fitopatie (9.07%). Per contrastare i cambiamenti climatici in viticoltura, si ricorre alla riduzione della sfogliatura per schermare con la vegetazione i grappoli (88.37%); alla defogliazione all’invaiatura per ritardare la maturazione tecnologica (83.72%) e all’intensificazione della potatura invernale (81.48%). Il cambiamento climatico complessivamente è dannoso per la viticoltura per il 63.60%.  Le richieste alle istituzioni sono: sostegni economici concreti per migliorare l’efficienza delle reti idriche consortili e di creare nuove reti per una distribuzione capillare e per incentivare la ricerca e lo sviluppo.

Alcuni dati

In Italia, le donne guidano il 28% delle imprese agricole con vigneto e/o cantina, il 24,8% delle imprese commerciali al dettaglio di vino e il 12,5% di quelle all’ingrosso. Dirigono il 12,3% delle cantine industriali e nel complesso il 26,5% delle 73.700 aziende italiane del vino (2017 CRIBIS Società del gruppo Crif specializzata nel business information).

Un rilevamento più recente (2022 Nomisma Wine Monitor Viaggio nell’Italia del vino) ci fornisce un’indicazione più dettagliata della presenza femminile nelle imprese italiane del vino: in vigna e in cantina la loro presenza è del 14%, dato che corrisponde anche alle iscritte donne di Assoenologi. Il gentil sesso cresce di numeri e di ruolo via via che il vino si avvicina al consumatore: sono l’80% degli addetti al marketing e alla comunicazione, il 51% di chi si occupa di commerciale e il 76% di chi riceve gli enoturisti.

La SAU, Superficie Agricola Utilizzabile, a conduzione femminile è solo il 21% del totale ma produce il 28% del PIL agricolo (Censis 2018).

Anche nell’impegno ambientale già nel 2016 il vigneto bio o in conversione delle donne era il 27,4% a fronte di un dato italiano dell’11,8%.

Secondo Divinea (2021) il 66% delle esperienze in cantina sono prenotate da donne. Dato confermato da un altro fortissimo portale di enoturismo Winedering (2022) secondo il quale le donne convertono il contatto in prenotazione il 14% in più degli uomini e sono il 53% dei visitatori delle cantine.

Il turismo del vino italiano è rosa anche per le persone che accolgono i visitatori in cantina: il 28% delle imprese enoiche aperte al pubblico ha solo personale femminile, il 27% una prevalenza femminile e solo il 6,1% ha uno staff tutto maschile alla wine hospitality.

Le donne sono più attente degli uomini al packaging del vino. Le bottiglie devono presentarsi bene. Mentre gli uomini preferiscono colori come nero, grigio e blu, le donne amano il viola, il rosso e in genere le tinte pastello.

Una curiosità: secondo un’indagine del Professor Gabriele Micozzi della Luiss di Roma e il Live Spin Off Università Politecnica delle Marche, l’uomo astemio appare alle donne noioso e poco interessante rispetto a quello bevitore a cui si collega a un profilo colto, interessante e divertente.