Maggio 3, 2024
CIBOPORZIONICREMONA

TORNARE ALLA TROTA

Continuità e identità: la Trota in due parole. Che sono facili a dire, ma molto meno a realizzare e quindi il nostro plauso va a Maurizio e Sandro Serva, i due fratelli titolari da qualche tempo seguiti dai due figli in sala, Amedeo e Michele ad assicurare lunga vita e futuro a questo locale. Le scelte originali, prima fra tutte quella di utilizzare, ad ampio spettro come mai si era visto prima, il pesce d’acqua dolce, era sicuramente un azzardo, ma si è rivelata la carta vincente. Ha dato fama e identità al locale e vengono qui anche da lontano per capire come si fa a rendere così buoni la carpa, il pesce gatto, la tinca ed altro ancora. Si rafforzano le verdure presenti (anche nel finale dolce), in estate calano i formaggi locali, ma in inverno torneranno, le scelte dei vini si fanno apprezzare, il servizio è sorridente giovane e puntuale (e secondo noi andrebbe più coinvolto proprio per questo nella finitura di qualche piatto al tavolo), ed arriviamo alla sala ampia con i tavoli distanziati e per chi vuole, specie in estate, c’è anche l’opzione di un aperitivo sfizioso sul romantico ponte che scavalca la limpida sorgente di Santa Susanna (l’acqua azzurra acqua chiara di Lucio Battisti nato a poche centinaia di metri da questa oasi naturale). In genere anche i dessert sono curati ed originali, questa volta invece erano un pò sottotono. Ma prima ci siamo divertiti con il pesce gatto, con l’interessante lingua, con i due primi intensi e così diversi, poi meglio l’anguilla dell’agnello troppo a lungo marinato.