Maggio 4, 2024
CIBOPORZIONICREMONA

Al Manna Resort un Alto Adige che non ti aspetti!

Da lontano sembra uno scatolone nero in mezzo ai filari di mele, da vicino si rivela uno scrigno pieno di sorprese. Difficile dimenticare il gran lavoro per fare del soffitto un qualcosa di diverso e ammirevole che culmina con l’avvolgimento delle listarelle di legno a ventre di balena del ristorante. La spa ayuverdica invita al rilassamento ancora prima di fare un qualsiasi trattamento e ogni camera è un mondo (coloratissimo) a sé stante. Infine la ristorazione, che si divide in tre aree, quella grande appunto resa spettacolare dall’opera lignea, a fianco una originalissima sala conviviale con un unico tavolo a ferro di cavallo, ed infine Luisa, un salottino nascosto all’interno con arredo classico e finiture dorate. Si capisce che dietro c’è un pensiero, una persona: Maria Luisa Manna, che è appunto la vera anima e ispiratrice del luogo.

La cucina del Manna Resort

Se l’ambiente non passa inosservato, la cucina non è da meno. Una lunga vetrata ne permette di cogliere ogni aspetto. E se l’ambiente è estroso, lo chef non è da meno, più per i piatti che per carattere, che è invece tranquillo e pacioso. Michele Iaconeta è di quelli chef, ormai rari, di simpatia istintiva, tranquillo, non se la tira e sta pure ad ascoltarti. Origine pugliese, ma poi tante esperienze in giro anche in Alto Adige, dove ha avuto la fortuna di imbattersi in un grande chef: Armin Mainhofer, che avrebbe potuto contendere a Norbert la palma del migliore, ma che per carattere e sensibilità ha scelto altre strade, consulenza e didattica.

La cucina di Michele è corretta leggera apprezzabile. Il benvenuto colorato ed allegro è un ottimo inizio e si prosegue con una serie di assaggi ben eseguiti con qualche sbavatura più concettuale che di sostanza, come il troppo foiegras ormai messo da parte in nome del benessere animale, le schiumette moda dei primi anni duemila. I piatti migliori? L’originale fungo ricomposto elegante e intenso, l’insalata di daikon branzino e zenzero, il cervo interpretato in modo classico e convincente.