Anteprima Sagrantino cambia e si veste di un nuovo naming a Montefalco. Non è più solo il Sagrantino e non è più solo un’anteprima dei nuovi vini. Cambia il nome ma l’eccellenza del lavoro svolto dal Consorzio di tutela vini di Montefalco è sempre lo stesso. Anche quest’anno grandissima affluenza e una città piena di colori e profumi. Il turismo enogastronomico come veicolo di promozione turistica-economica della regione Umbria, qui ha fatto centro.
Le Novità A Montefalco
Questo nuovo nome, “A MONTEFALCO”, rappresenta una nuova edizione, nuovo sguardo verso un territorio che ogni anno si presenta ricco di novità.
Le nuove annate e le annate in commercio, eccellenze vitivinicole dell’areale di Montefalco, sono racchiuse in 5 comuni: abbiamo degustato il Montefalco Bianco DOC, il Montefalco Grechetto DOC, lo Spoleto Trebbiano Spoletino DOC, lo Spoleto Trebbiano Spoletino Superiore DOC, lo Spoleto Trebbiano Spoletino Passito DOC, il Montefalco Rosso DOC, il Montefalco Rosso Riserva DOC, il Montefalco Sagrantino DOCG e Montefalco Sagrantino Passito DOCG, una vera e propria carrellata dei vini del territorio!
Sempre crescente è l’attenzione verso il Montefalco Rosso DOC, ritenuto da molti versatile e con tratti decisamente interessanti grazie all’ottimo dialogo tra Sangiovese, Sagrantino e vitigni nazionali o internazionali (Montepulciano d’Abruzzo o il Merlot per esempio). Il trend positivo si riscontra anche nel Trebbiano Spoletino, che affianca il già famoso Grechetto nella batteria “bianchista” umbra.
Turismo: i numeri dell’Umbria
Per raccontare il lavoro che l’Umbria e le sue realtà hanno fatto nel ramo turistico, riportiamo i dati che il Consorzio di Montefalco ha messo a disposizione, sintomi di grande attenzione in quello che oggi chiamiamo “destination management”.
“Nel 2022 si sono registrati 2.355.167 arrivi e 6.315.895 presenze con un incremento rispetto allo stesso periodo 2021 pari al +35.5% negli arrivi e +34.7% nelle presenze, del +100.0% negli arrivi e +99.0% nelle presenze rispetto al 2020.”
È interessante inoltre notare il dato in crescita che riguarda i turisti italiani, con un +19.7% arrivi e +15.4% presenze rispetto al 2021. Dato sorprendente è quello dei turisti stranieri dove si registra un aumento del +107% arrivi e +100.8% presenze rispetto al 2021.
Ulteriore crescita la troviamo nel comparto alberghiero che registra un incremento del +38.9% negli arrivi e +41.1% nelle presenze rispetto al 2021, determinato da un forte incremento degli stranieri (+166.7% arrivi e +158.5% presenze) e dall’aumento degli italiani (+22.1% arrivi e +21.4% presenze).
Altro dato da analizzare è quello delle strutte extralberghiere, anch’esse in forte crescita, che fanno registrare un +31.0% negli arrivi e +29.2% nelle presenze rispetto al 2021, determinato dall’aumento degli stranieri (+94.0% arrivi e +76.7% presenze) e degli italiani (+16.1% arrivi e +9.1% presenze).
Per rimanere squisitamente nell’ambito del turismo enologico del territorio del Sagrantino, una buona selezione di itinerari si può scoprire all’interno delle Strade del Sagrantino

L’Umbria del vino
Nella regione cuore verde d’Italia troviamo 2 DOCG, 13 DOC e 6 IGT. Le due DOCG riguardano il Montefalco Sagrantino e il Torgiano Rosso Riserva. Il primo è prodotto solo ed esclusivamente con il Sagrantino di Montefalco; il secondo invece, legato al territorio di Torgiano ed in particolar modo alla figura lungimirante di Giorgio Lungarotti, si produce con prevalenza di sangiovese, vitigno utilizzato anche in larga parte nel territorio di Montefalco e in tutto il centro Italia. Le DOC sono: Amelia, Assisi, Colli Altotiberini, Colli del Trasimeno, Colli Martani, Colli Perugini, Lago di Corbara, Montefalco, Orvieto, Rosso Orvietano o Orvieto Rosso, Torgiano, Todi e Spoleto. Infine, i vini a Indicazione Geografica Tipica sono: Allerona, Bettona, Cannara, Narni, Spello e Umbria. Le Dop nel perugino sono 13 e le restanti 2 nel ternano, le Igp 4 nel perugino e 2 nel ternano.
Di notevole importanza è inoltre la novità che riguarda l’inserimento in etichetta dell’indicazione territoriale “Umbria”. Ricordiamo che le due DOCG dell’Umbria hanno già avuto approvazione delle modifiche al disciplinare dalle rispettive assemblee. Solo poco tempo fa, precisamente nel 2021, il Consorzio Tutela Vini Montefalco ha approvato la modifica dei disciplinari di Montefalco Doc e Montefalco Sagrantino Docg introducendo cosi la possibilità da parte dei produttori di inserire l’indicazione geografica regionale. Stessa scelta assunta dal Consorzio di Tutela Vini di Torgiano e Consorzio Tutela Vini di Orvieto.
“L’obiettivo di questa importante novità è quello di valorizzare e comunicare il territorio nella sua interezza, nonché di rafforzare la collaborazione tra i vari territori, soprattutto sul terreno della promozione del settore vitivinicolo.”

Un grande protagonista: il Trebbiano Spoletino e la Spoleto DOC.
Dalle parole del presidente del Consorzio: – “Il Trebbiano Spoletino è un’uva bianca antichissima, di grande fascino e personalità. Basta discendere dai colli di Montefalco in direzione Spoleto e percorrere la rigogliosa valle, per comprendere cosa rappresenti questa cultivar nella tradizione più intima del luogo.” Qui non è difficile scovare grosse piante di vite, spesso ultracentenarie e a piede franco, a volte maritate ad alberi di aceri, olmi e frassini, che campeggiano in mezzo agli orti pianeggianti, assai variegati sotto il profilo colturale.”
Alcuni miei lavori ed articoli del passato hanno già messo in evidenza la grandiosità di questo vitigno e la rapida ascesa ottenuta dal 2011, anno della DOC.
Come avevo già dichiarato in una intervista a Francesca Granelli per la guida “I Vini Buoni”; se analizziamo la guida AIS del 2012 e quella del 2022, notiamo come si registri un notevole incremento per quanto riguarda questo versatile vitigno. Nel 2012 vengono citati 6 produttori, tra i più noti Tabarrini, Antonelli e Perticaia. Dieci anni dopo, nella guida del 2022 invece le aziende premiate per il Trebbiano Spoletino sono ben 18.
Altra interessante scoperta, fatta alcuni mesi fa, è la citazione all’interno della “Guida Gastronomica d’Italia” del Touring Club dell’anno 1969. Infatti nella pagina vini vediamo come la guida già in quel periodo omaggi il “Trebbiano di Spoleto”.

Le aziende a Montefalco tra team giovane, Sagrantino e l’ascesa dello Spoletino: il caso Colsanto.
Siamo stati ospiti dalla Cantina Colsanto, con il piacere di avere in struttura la proprietà Livon rappresentata da Valneo Livon, uno dei fondatori di questa realtà. Oggi il gruppo Livon è principalmente in mano alla nuova generazione rappresentata da Rossella, Matteo e Francesca con Valneo e Tonino che si godono quanto di buono fatto fino ad oggi.
Appena arrivati s’intuisce immediatamente che la cura del dettaglio è di casa. Una delle entrate di una proprietà vinicola più belle in Umbria ma in generale del centro Italia. Percorrendo la strada che porta alla cantina, sia a destra che a sinistra vigne di Sagrantino ci accompagnano nel parcheggio.
La storia di Livon ì, iniziata negli anni ’60 con il primo terreno sul Collio, chiude almeno per ora la propria tappa d’espansione in Umbria con l’azienda Fattoria Colsanto tra il 2001 ed il 2003.
Siamo nel cuore dell’Umbria, a Bevagna, a pochissimi chilometri da Montefalco ed in pieno disciplinare Montefalco Sagrantino DOCG.
Una proprietà di 20 ettari a vigneto con impianti di 7500 piante per ettaro, uve che l’azienda produce, con massima attenzione alla qualità poiché – come ripetuto più volte – un vino buono parte dalla vigna, sono Sagrantino, Sangiovese, Montepulciano e Merlot. Una cantina completamente ristrutturata con i migliori impianti tecnologici dove si producono quattro vini rossi: il Ruris IGT, il Montefalco Rosso DOC ed il Montefalco Sagrantino DOCG e la versione Montarone, una chicca della cantina ma non viene prodotto tutti gli anni. Dal 2017 si produce, grazie ad un piccolo appezzamento nei pressi di Spoleto, un vino interessante oggetto di una mini verticale. Stiamo parlando del Cantaluce, un Trebbiano Spoletino che gioca ottimamente tra freschezza e sapidità, affina in bottiglia e con il tempo ci regala ottime note, varie da annata ad annata. Il suggerimento è proprio quello di farlo riposare in bottiglia per una bevuta che possa dimostrare la grandiosità di questo vitigno nel tempo. Ottima però anche la sua versione fresca con acidità sempre equilibrata e piacevole. Colore giallo paglierino intenso e riflessi che, osservati alla luce che offre la cantina, vi faranno apprezzare ancora di più il Cantaluce.
Come viene prodotto? Si inizia con la vendemmia di uve selezionate e raccolte a mano in cassette. Successivamente in cantina dove si procede con la pressatura a grappolo intero. Il mosto viene raccolto in vasca d’acciaio inossidabile per una leggera decantazione a freddo. Dopo circa 24 ore, distribuito il 50% del prodotto in botte d’acciaio e il 50% in barrique di rovere. Dopo 8 mesi di affinamento in barrique vengono unite le masse ed imbottigliato dove rimarrà per circa un anno.
Il primo amore umbro: Il Sagrantino di Montefalco DOCG
Dopo la piccola verticale di Cantaluce, con la 2017, 2018 e la 2019 ottimamente accompagnati da formaggi, salumi e coratella, siamo passati alla successiva verticale, il Sagrantino di Montefalco.
Nel pairing la cantina ha scelto uno gnocco al ragù e uno spezzatino di cinghiale. Questo perché nel caso del primo piatto, si voleva dimostrare come l’attenzione produttiva verso questo vino e le interessanti lavorazioni in cantina, riescano a rendere un sagrantino maggiormente piacevole con piatti che non siano molto strutturati. Come discusso anche a pranzo, oggi le persone non hanno più tempo di preparare uno spezzatino di cinghiale abbinamento perfetto per questo vino, dunque dobbiamo offrire una soluzione pratica, comoda ma allo stesso tempo ad altissimo livello. Non a caso, l’assaggio della 2010, 2013 e 2016 hanno offerto questa visione. Entrambi i piatti, certo con alcune difficoltà anche se minime per lo gnocco, hanno saputo destreggiarsi tra tannini, struttura e forza del vitigno principe di Montefalco. Nota di particolare pregio l’annata 2016. Il migliore della batteria con un equilibrio veramente interessante, naso ampio con frutti, complessità ed evoluzione. Quest’ultimo è anche parte di un restyling delle etichette come potete vedere nella prossima foto.
In fine tozzetti e passito che per scelta non rientra nel disciplinare del Montefalco Sagrantino passito DOCG ma che regge benissimo il gioco e la chiusura del pranzo.
La qualità principale di Colsanto? La squadra giovane, cordiale e preparata. Accoglienza, cantina ed enologia cioè un team giovane ma affiatato e coeso, guidato dalla nuova generazione e dal supporto della generazione precedente, innamorata e fiduciosa dei giovani.