Marzo 29, 2024
CIBOPORZIONICREMONAVINO

CANTINA e CUCINE NERVI A GATTINARA

Difficile non rimanere a bocca aperta. La più antica Cantina di Gattinara, Cantina Nervi (risale all’ottocento e ci sono ancora alcune vecchissime bottiglie), è stata acquisita dalla famiglia Conterno (quella del famoso Monfortino, probabilmente il più iconico vino delle Langhe) e completamente ristrutturata con un investimento notevole. La Cantina è ora tra le più spettacolari d’Italia e dall’alto si gode anche una splendida vista delle vicine montagne. Ma anche il vecchio edificio è stato completamente ripensato: sopra si apriranno alcune camere, sotto al pianterreno si è già aperto un ristorante. Anche questo è decisamente spettacolare, con un’ampia cucina supertecnologica completamente a vista delimitata da un lungo bancone di legno (non materiale qualsiasi ma antichissimo kauri neozelandese) dove si accomodano gli ospiti (ci sono anche alcuni tavoli più tradizionali). Ci accoglie un ex Emergente Sala, Alberto Tommasi, bravissimo che ci descrive il tutto in lungo e largo, poi eccoci in cucina con di fronte la giovanissima brigata di Stefano Battaini, varie e importanti esperienze in giro per il mondo. Il modello più o meno velato di riferimento è il Geranium per la maniacale attenzione alla leggerezza, al dettaglio, all’effetto estetico, alla complessità sensoriale. Il benvenuto dello chef è un piccolo diluvio a più riprese, e gli antipasti si frammentano in almeno 3 portate ognuna. Una cucina che richiede un dispendio di energia e manodopera non indifferente, ma che in questo caso viene poi fatta da poche e giovani mani, quindi “chapeau”!. Si resta non solo ammaliati, ma aldilà dell’effetto, c’è anche sostanza e la prima parte (contando stuzzichini, antipastini e piattini vari prima del primo eravamo già a 16 piccoli assaggi diversi) decisamente godibile sotto tutti i punti di vista, anche quello del gusto, con l’ostrica e la zucchina in grande evidenza. Quando arrivano le porzioni più normali, e siamo ai primi e ai secondi, il tocco magico cala di qualche punto, soprattutto nei primi, ambedue buoni ma fin troppo manierati a scapito dei valori primari della pasta e del riso. Meglio i secondi, con un buon piccione e un buon rombo, ambedue coniugati nel finale dolce della carota e della pastinaca e decisamente buoni, anche se un pò omologati nella presentazione, i due dessert. In sintesi un pranzo da averne durante l’anno, e un posto che vi invitiamo a scoprire perchè merita tutto!