Aprile 18, 2024
CIBOPORZIONICREMONA

E’ ROBERTO WIRTH, UNA LEGGENDA DEL MONDO DELL’OSPITALITA’. IL NOSTRO ULTIMO INCONTRO ALL’IMAGO

E’ morto ieri Roberto Wirth proprietario e anima dell’Hotel Hassler. Una persona straordinaria, che ha sempre lottato sul piano personale per superare il suo handicap (era nato sordo) e sul piano professionale per mantenere l’ Hassler al vertice dell’ospitalità romana. Lo conoscevamo dai primi anni ottanta, quando l’Hassler era già un albergo mitico, ma non certo dal punto di vista della ristorazione. Poi la svolta con l’Imago, con lo chef Apreda prima e poi il giovanissimo Andrea Antonini. L’ultima incontro è stato proprio all’Imago pochi giorni fa, è venuto a salutarci al nostro tavolo, sorridente e fiero del ristorante strapieno. Sembrava un giovanotto per portamento e sicurezza, mai avremmo potuto immaginare che non l’avremmo più visto. Non sarà facile sostituire una persona così speciale, così determinata, così carismatica. I figli Veruschka e Roberto Jr hanno il non facile compito di continuare una storia di famiglia che inizia nel fine ottocento e che speriamo durerà ancora a lungo. A seguire quanto avevo scritto su quella serata.

Che bello sedersi a uno di questi tavoli nelle lunghe giornate di primavera quando a sera il crepuscolo ti fa ancora ammirare i dettagli di una Roma che si stende intorno da Villa Medici al Gianicolo ed oltre. Poi con il calar della sera è il tavolo dove si concentra l’attenzione e dove si ammira il grande lavoro delle due brigate dell’Imago: quella di sala con l’evergreen Marco Amato che riesce a vestire la sua grande esperienza con la spontaneità di un fanciullo al quale non puoi non voler bene, aiutato dal sommelier Alessio Bricoli e da Daniel Mastroiacovo (al ns tavolo). La brigata di cucina è ancora più giovane. Con Andrea Antonini è Luigi Senese souschef e ancora Andrea Carbonaro e Mariasole Martella ai dessert. Andrea è chef a tutto tondo, voglia di fare, grande base tecnica di stampo soprattutto francese, presenza fisica importante, ambizione non troppo velata. In effetti ha tutti i numeri per imporsi ed infatti, ancora giovanissimo, è già diventato stellato e famoso. La sua cucina è tra le più interessanti della Capitale e non solo. Basterebbero gli snack iniziali ben assortiti e subito coinvolgenti, o il crudo di mare, un piatto così tante volte visto in giro da pensare di quasi saltarlo ed invece è di sorprendente originalità. Anche i primi si alternano bene, difficile scegliere tra gli ottimi tortelli e un risotto molto deciso, forse un filino troppo. E la cena prosegue con un impeccabile pollo alla cacciatora e dei dessert, della giovane Mariasole Martella, curati, anche se manca un pizzico di “bruciato”, quindi di amaro, nella tatin. Ci si alza più che soddisfatti e l’unico dubbio è più che altro sulla (per noi) eccessiva frammentazione del percorso, dove quasi ogni ricetta viene proposta distribuita in tanti piccoli assaggi. Un’esibizione stilistica di assoluto rispetto, visto anche il risultato lodevole, ma anche una complicazione che mette a dura prova la brigata in cucina e il cliente attento che non vorrebbe perdersi alcun dettaglio.

lattuga “viva” da mangiare con le mani
gli stuzzichini iniziali
Meringa di pizza margherita (pazzesca), bouquet di erbe e fiori, airbag di riccio di mare, crocchetta patate e tartufo, sferico di amatriciana, brodo vegetale
focaccia e rosetta
Crudo di mare con Cocktail di gamberi, tracina e mandarino, cannolicchi al pesto, calamaro cacio e pepe, ricci e pecorino
la seppia
calamaro cacio e pepe
carciofo in fiore
coratella e animelle
pane burro olio
riso acido nocciole spugnole e fegatini
scampi e cime di rape in raviolo
pollo alla cacciatora
il piatto finito
il bel carrello dei formaggi
tatin di mele
Pop Corn
bignet caramello e ganache alla nocciola, sorbetto arancia e cannella, gianduiotto, macaron ai pinoli, ciambelline cioccolato vaniglia
con Andrea Antonini
Andrea con la (grande) brigata di sala guidata da Marco Amato