Maggio 3, 2024
CIBOPORZIONICREMONA

Uno Scalco elegante, ieri come oggi

Scalco è un termine desueto, A noi evoca la figura del “trinciante” delle cucina medioevali, Invece il suo significato riporta: In età rinascimentale e barocca lo scalco era, più propriamente, il soprintendente alle cucine principesche e aristocratiche: spettava a lui selezionare e dirigere i cuochi e la servitù, provvedere alla mensa quotidiana del suo signore, con cui teneva personalmente i rapporti, rifornirne la dispensa, organizzare i banchetti nei minimi dettagli e organizzare per conto suo i famosi simposi. Non era quindi un semplice servitore, anche se di rango elevato, ma un cortigiano: un gentiluomo per nascita.

Il locale

Ed è così, questo Scalco dell’Aquila si presenta elegante, con un ingresso attraente (nell’antica mangiatoria è stato ricavato un bar accogliente), e varie salette ben arredate ed infine una cantina ampia ospitale e ben ricca di etichette. Lo Scalco appare nuovo, come tutta l’Aquila che ormai finalmente sta risorgendo, ma in realtà ha una lunga storia alle spalle. Non era qui e aveva un altro nome: Delfina. Si sono succedute le generazioni per arrivare ai fratelli Armando e Giovanni Ippolito che guidano la cucina. In sala, elegante come deve essere uno Scalco (vedi sopra), Massimiliana figlia di Armando, accoglie e illustra il menù.

Siamo qui con gli amici Marco Signori e Luciano Pignataro per una degustazione di vini, ci tratteniamo quindi sul vino, in compenso è lunga la serie di assaggi, caratterizzati dalla buona ricerca di una presentazione e qualità delle materie prime, con qualche eccesso di troppo nelle varie salse e nella sapidità delle ricette (soprattutto i fusilli). Un locale da vedere, e quando la prospiciente piazza di San Pietro sarà completamente rimessa a nuovo, sarà uno dei punti più belli di città.