TERRE VINEATE da uve di vitigni autoctoni di procanico, grechetto, verdello e malvasia, classificato come Orvieto Classico Superiore DOC è una selezione in vigna, ma non è nemmeno il vino di punta dell’azienda (che è il Campo del Guardiano che costa circa il doppio). Stiamo parlando di un vino che viene prodotto dal 1984 e che fa solo acciaio.
Non è quindi un vino che ti aspetteresti abbia una lunga vita, ma eravamo quindi curiosi e un po’ scettici quando Maurizio Filippi, noto e bravissimo sommelier, ci ha voluti in una degustazione di ben 15 annate di questa etichetta, dal 2021 tornando indietro fino al 1993. Ha colpito tutti la longevità del vino con alcune annate sorprendenti per integrità e brillantezza, su tutte il 2010.
Una serata piacevole anche per il contesto: la bellissima sala della “Locanda del Palazzone” segnata dalle gigantesche arcate in tufo, i bocconi gastronomici a cura del nuovo chef Luigi Turreni e la compagnia della famiglia Dubini: sia il padre Giovanni che il figlio Pietro sono indubbiamente dei singolari padroni di casa!