Maggio 17, 2024
CIBOPORZIONICREMONA

AGLI AMICI, COME TORNARE A CASA!

Come tornare a casa. Agli Amici, trattoria storica (dal 1887 recita l’insegna) alle porte di Udine. La prima volta, anni ’80, era ancora una trattoria, ma già si mangiava più che bene la cucina tradizionale.

In cucina c’era mamma Ivonne che preparava mirabili gnocchi con le famose patate di Godia mentre papà Tino accoglieva in sala e seguiva anche il bar all’ingresso con i tavoli dove gli abitanti del piccolo borgo si riunivano per chiacchierare attorno ad una bottiglia di vino.

Poi sono cresciuti Emanuele e Michela, e non si sono più fermati. Difficile riconoscere la vecchia trattoria. Ora all’ingresso è la prima accoglienza, ovattata con divanetti e cucina per il primo benvenuto. Poi si entra nella sala (con due privè) arredata in modo moderno, elegante, utilizzando materiali locali, Un personale giovane e bravissimo tutto al femminile guidato da Michela, ti fa sentire a casa, ma si muove anche con precisione e sapienza.

Le proposte di Emanuele Scarello

L’Italia al confine orientale ha tre grandi interpreti: Antonia Klugmann, Matteo Metullio e appunto Emanuele Scarello. Difficile dire quale è il migliore, sono (fortunatamente) tre differenti stili. Quello di Emanuele concilia classicismo con il senso di appartenenza al territorio. Ed è un bel mangiare tra piatti che raccontano senza sbavature in genere serviti sdoppiati: piatto principale e accompagnamento a fianco in perfetta antitesi. Pensiamo alle capesante eleganti dove la dolcezza è riequilibrata dall’acidità delle cappe lunghe, mentre il lardo corregge la sapidità delle seppie laccate al nero. L’amaro dei fusilloni è corretto dall’acidità croccante della rosa di Gorizia, lo scampo crudo compensa la morbidezza dell’animella e così via. Ci sono pochi errori a nostro avviso lungo il percorso, forse il piccione troppo coperto dal miso di carruba. C’è anche un encomiabile attenzione a tanti dettagli, dagli stuzzichini iniziali (sorprendente il miele con il bocciolo di margherita) al burro fatto in casa, dagli ottimi grissini al pane grande tagliato al tavolo (non il solito pane rotondo che ormai vedi ovunque). E anche i dessert sono notevoli con la chicca dei bomboloni fatti al ferro caldo accanto al tavolo. La brigata è giovanissima e ricordiamo almeno due nomi: Elia Calcinotto, ed il pastry chef Riccardo Celeghin.

Da citare anche il servizio gestito da Michela, e quasi tutto al femminile; Carolina Vaga, Giorgia Lavaroni, Agarini. Quest’ultima poi ci ha illustrato un carrello di formaggi, o, meglio, ci ha accompagnati all’ingresso dove i formaggi sono presentati su ben tra vassoi distinti. Una delle migliori selezioni d’Italia.