A pochi passi da casa (nostra), a pochi passi da Campo dei Fiori, abbiamo uno dei locali migliori della Capitale e tutto sommato non ancora molto noto. Campocori, il ristorante fine dining all’interno dell’hotel Chapter.
Campocori si trova in una posizione appena defilata (una traversa di via Arenula), senza richiami fasulli dal di fuori, per l’accoglienza misurata ma cordiale con lo stile riservato (che a noi piace).
L’ambiente è elegante ed ovattato, la frequentazione in stagione soprattutto straniera, anche perché non c’è (per fortuna) il mangiare sui marciapiedi che piace a molti romani.

La cucina di Alessandro Pietropaoli
Accolgono tutti gli ospiti (non solo me, vicino di casa) con i giusti modi, senza cadute di stile e sciatterie di cui, purtroppo, è piena Roma. Tre menù, con due di 5 portate a 70 e 90 euro, uno di 7 a 110 euro, con ottimo rapporto prezzo qualità.
Si respira professionalità e la conferma arriva al tavolo con una serie di piatti calibrati e pairing precisi suggeriti dal servizio. Alessandro Pietropaoli, lo chef, è serio, preciso e responsabile.
La sua cucina interessante, la vorremmo solo più varia con qualche nota sapida in meno (il carpaccio di marango). Gli spaghetti con garum di cipolla sono un po’ intensi ma buoni, la sogliola con pinoli, limone fermentato e una magnifica scarola è un bel piatto.
Anche il dessert è curato. Il parfait di pera con cialde e Roccaverano, è buono, semplice, intelligente (fresco, giustamente dolce, croccante, acido).
Citiamo qualche nome, se lo meritano: in cucina il sous chef Valerio Cataldo e Luca Scagliarini ai dessert, in sala il maitre Sean MacDonald e il sommelier Flavio Markus. Il F&B è l’esperto Maurizio Maione.
Da citare la terrazza in alto più informale e molto frequentata in estate con musica e piccola cucina mex.