Vi riceve una giovane coppia e secondo noi l’ideale è proprio andarci in coppia, sedersi ad uno degli eleganti tavoli, mano nella mano, e godersi la serata allietati da un ambiente romantico e curato e da una cucina che ne rispecchia lo stile. E pensare che il suo lato distintivo non è solo il pesce di lago, ma anche la selvaggina, però Federico Beretta, con la moglie Elisa in sala, ha mano sapiente e leggera. Potremmo decantare i soavi stuzzichini, la cura del pane nelle sue varie forme, ma questa volta le lodi sono tutte per i canederli. Ne abbiamo assaggiati tanti lungo l’asse Verona Brennero, ma mai nessuno così delicato e leggero. Uscirete dal locale con una sola certezza: quella di ritornarci presto.
Bocconcino di pane alla farina d’uva (bucce di Nebbiolo) con crème fraîche al tartufo ed acetosella di bosco
Panna cotta ai funghi con polvere di porcini
Petto d’anatra con glassa al mandarino
Panini al vapore con cipolla dolce (qualità slow food di Cureggio)
Grissini con olive taggiasche
Crackers ai semi
Burro di montagna (Val Rezzo), leggermente salato ed affumicato
Trota affumicata glassata con il “miele” di pino mugo (derivato dalla fermentazione delle cimette del pino mugo con lo zucchero), emulsione di aghi freschi di pino, crumble di uova di trota cotte con capperi ed erbe aromatiche
caviale di coregone, formaggio di capra stagionato, terra al tartufo e crema di rapa bianca)
Risotto alle bacche (cinorrodi) di rosa canina, con stufato di coniglio, il suo rognone, ginepro fresco e scalogno fermentato
Canederli di polenta (all’interno anche funghi e formaggio) con gelatine di tè nero affumicato e micro brunoise di speck serviti con brodo di pigne di abete rosso