Maggio 17, 2024
CIBOPORZIONICREMONA

Follis a Fiumicino

Una follia? A prima vista la struttura, per dimensione e impatto visivo, appare come un’astronave aliena atterrata a Via della Torre Clementina, “high street” costellata da una miriade di locali di tutte le tipologie tra i quali spiccano un ottimo ristorante (L’Osteria dell’Orologio) e un’ottima pizzeria (Sancho). Ma di certo mancava un locale oversize di stile contemporaneo con una proposta a 360° come questo Follis, voluto pensato e realizzato da Francesco Matteucci, Mattia Molica e Marco Tosti.

Il locale

Per conoscerne le varie facce bisogna fare il giro dei vari ambienti, ma di certo è il bar nella sala centrale, la parte più spettacolare e innovativa con la sua proposta di bere miscelato. Intorno si aprono altri spazi, verande e terrazze che offrono una cucina variegata per accontentare un po’ tutti, giovani e famiglie, residenti e visitatori in transito.

Sul retro, un po’ nascosto, è il cuore del Follis, l’angolo di pregio gastronomico, dove Daniel Celso è alla guida di una brigata giovanissima e numerosa come spesso non capita di trovare. La sala. Come tutto il resto, ha un arredo che colpisce, il servizio è premuroso, la cantina degna di nota anche perché si intravedono etichette di prestigio alle pareti.

La cucina di Daniel Celso

L’offerta variegata nella parte esterna ha senso, qui nella sala gourmet un po’ meno anche perché i coperti non sono pochi. Si fraziona infatti in vari menù complicando di sicuro il lavoro di preparazione e diluendo l’identità della proposta. Lasciamo fare a Daniel (il menù da 100 euro). E in effetti Daniel si dimostra tecnicamente preparato e dotato di indubbia creatività: meglio il curioso pane ai frutti di bosco con tonno e gelato di pinoli della triglia che pur con l’aggiunta di troppo sale non regge la quenelle di fegatini; poi curiosamente arrivano i secondi (con un buon piccione anch’esso, chissà perché, troppo salato) e un roll di agnello meno preciso. Si sale con i primi ambedue buoni, ma prevale il risotto (molto ricco) sui malloreddus (un po’ poveri); e si chiude molto bene con la pasticceria e i dessert tra i quali spicca il pane e olio.

L’offerta variegata nella parte esterna ha senso, qui nella sala gourmet un po' meno anche perché i coperti non sono pochi. Si fraziona infatti in vari menù complicando di sicuro il lavoro di preparazione e diluendo l’identità della proposta.

Per conoscerne le varie facce bisogna fare il giro dei vari ambienti, ma di certo è il bar nella sala centrale, la parte più spettacolare e innovativa con la sua proposta di bere miscelato.