Maggio 4, 2024
CIBOPORZIONICREMONA

IL CAVALLINO A MARANELLO

Dopo tanti anni ritorniamo al Cavallino, dove ormai è ben collaudata la gestione di Massimo Bottura. Ci viene a salutare, siamo anche con Pietro Pitzalis di Reporter Gourmet, per un brindisi che dura, fortunatamente un’ora. Il tempo per dare sfogo a tanti ricordi, ad aneddoti e racconti. Massimo è inesauribile, non ti stancheresti mai di ascoltarlo e ti sorprende sempre con nuovi dettagli, nuovi sogni e nuove idee da realizzare (che poi puntualmente realizza, e non sappiamo dove trova tutto questo tempo ed energia). Andato via lui la saletta sempre improvvisamente vuota, ma viene subito riempita dal bel servizio di sala. Complimenti davvero, pensando che manca Luis Diaz, il responsabile. Eppure tutto fila liscio (e le varie sale sono piene con un centinaio di ospiti) e con un buon ritmo. Anche la brigata di cucina funziona egregiamente, i piatti arrivano uno dopo l’altro declinando doverosamente la grande tradizione della città: gnocco, erbazzone, crema di parmigiano, rognoni, lumache, tortellini, anolini ecc… si succedono con uguale piacevolezza toccando tutte le sfumature della golosità della dolcezza della succulenza. Certo alla fine è una cucina molto corroborante, ma è quello che la gente vuole in un monumento sacro come è questo posto. Ma si apprezza anche la misurata rivisitazione che compare quasi in ogni piatto e che amplifica la gradevolezza, anche per noi che amiamo in genere più le note amare ed acide. Le cose migliori? l’innovativo cavolfiore arrosto e il sontuoso cotechino alla Rossini, di memorabile intensità e pienezza gustativa.