La Sosta del Cavaliere a Torri Sociville è una realtà gastronomica in continua evoluzione, il cui cuore e motore fanno capo alla giovane coppia senese composta dallo chef Leonardo Fiorenzani e la responsabile di sala Michela Bigio.
Tra le colline a sud-ovest di Siena, precisamente nel piccolo borgo di Torri Sociville, da ormai più di dieci anni prosegue l’evoluzione di questa realtà gastronomica che negli anni è riuscita a discostarsi dalla precedente proposta, virando su una fine dining con concetti gastronomici che portano ad una maggiore ricerca e cura dei dettagli.
Lo chef Leonardo Fiorenzani dopo un passato agonistico di alto livello come giavellottista, a seguito di un infortunio, ha deciso di ricostruire la propria vita professionale con l’altra passione che maturava già da un po’ di tempo. Quella della cucina e del mangiar bene, acquisita dalla nonna che fin da piccolo gli ha fatto scoprire l’importanza della scelta della materia prima e della ricerca del gusto, da sempre di matrice contadina.
La Sosta del Cavaliere nasce nel 2012, come detto, come una classica trattoria tra le campagne toscane, quando nel 2019 lo chef, insieme a Michela Bigio, responsabile di sala, sommelier e compagna sia di vita che di questa avventura, decidono di intraprendere un percorso nuovo che ha portato ad una ristrutturazione implementata anno dopo anni con nuovi spazi e dettagli.

Il locale e la sala
Il ristorante sorge in un podere ai piedi del borgo antico e si sviluppa con un ampio spazio esterno utilizzabile per gli ospiti nelle belle stagioni e con uno spazio interno che comprende un’unica ed elegante sala ben intrisa di dettagli territoriali e artistici. Infatti, è possibile apprezzare una serie di quadri realizzati da giovani artiste locali che variano nei mesi, offrendo loro la possibilità di diffondere la propria forma d’arte.
L’arte accompagna il lavoro di Leonardo e Michela non solo sulle pareti, ma in ogni angolo del locale, a partire dalla scelta della mise en place, all’elegante teca che conserva i vini in carta e perfino nella scelta dei piatti, mai banali.
La sala è ben diretta da Michela Bigio, autodidatta come lo chef, ma con una passione e dedizione da vendere che si evince dalle movenze, dai racconti dei piatti agli estrosi abbinamenti in accompagnamento alle proposte dello chef.

La cucina dello chef Leonardo Fiorenzani
Il file rouge che lega l’idea di cucina dello chef Fiorenzani con i suoi piatti è il forte legame con il territorio, non solo nel celebrare i classici della cucina senese, ma soprattutto nel valorizzare i prodotti locali, dando voce anche ai rispettivi produttori. Infatti, lo chef nel corso degli anni ha sempre ampliato la rete dei produttori che gli permettono di esprimere le proprie idee trasferendole nel piatto.
“La Sosta del Cavaliere è un progetto di ristorazione dalla forte identità territoriale che prende vita dalla contemplazione delle bellezze naturalistiche della Val di Merse e della Montagnola senese, oltre che dallo studio della grande produzione agroalimentare di eccellenze locali. La mia cucina ha una forte impronta territoriale nel rispetto di un percorso di formazione che ha ispirato la mia filosofia in cucina, una proposta fatta di qualità senza compromessi attraverso le mille sfumature di una materia prima che già di per sé è in grado di regalarci emozioni” racconta Leonardo.
Non solo parole, ma anche tanti fatti da parte dello chef. Infatti, in occasione dell’evento dedicato alla stampa, Fiorenzani ci ha tenuto a presentare due aziende locali che hanno arricchito l’esperienza gustativa.
L’azienda vinicola Nenni, nata a due passi dall’antica abbazia di San Galgano, finestra sulle vigne più autentiche della Toscana, ha accompagnato i piatti con accostamenti ad hoc e azzardati, ma ben pensati da Michela. L’azienda Bezzini, storica dal 1927, ha invece impreziosito il percorso dello chef con la sua cinta senese, ben interpretata.
Due realtà locali floride che stanno crescendo di pari passo con La Sosta del Cavaliere.

I percorsi dello chef
Chef Fiorenzani presenta tre differenti Menu Degustazione; “Mater” (5 portate a 70 euro); “Anima” (7 portate a 100 euro) e la proposta vegetariana “Terra” (5 portate a 70 euro). Con la possibilità di integrare l’abbinamento vino.
Come si può evincere, “Anima” è il percorso principale dello chef. Un susseguirsi di sorprese tra contrapposizioni di sapori, talvolta forti e territoriali, ma mai banali.
Dopo un benvenuto dello chef, si inizia con “Fior di Cavolo” (Cavolfiore, barbabietola, sesamo). Un piatto che esalta un ortaggio come protagonista. Interessante sia nella consistenza che nella densità della salsa ben saporita. Già alla seconda portata, come un fulmine a ciel sereno, arriva “Dolce e amaro” (Animella, caffè, pecorino, mandarino, nocciola). Un gioco di contrasti perfettamente riuscito.
“Risotto e laguna” (Risotto, bottarga, stracciatella, mirtilli, limone) prima e “Sottobosco” (Funghi di stagione), poi sono forse i piatti più interessanti di tutto il percorso. Il primo, dai sapori citrici a quelli marini, contornano al meglio la cottura perfetta del risotto, il secondo, una valorizzazione a 360° gradi dei funghi di stagione del territorio, presentati in diverse cotture, forme e consistenze.
Si prosegue con ”Cappelletti Cremisi” (Buristo,caprino, pompelmo) e “La Cinta” (Lombo di cinta senese, cipolla, whisky, mandorle). Quest’ultimo, è forse il piatto che più evidenzia le caratteristiche dello chef. Un materia prima di base di qualità, come la Cinta Senese dell’azienda Bezzini, eseguita magistralmente e con elementi di contorno la valorizzano al meglio.
Il dolce è un must che ha reso celebre lo chef negli anni: Lo “Zola” un’intrigante reinterpretazione di uno stecco gelato con gorgonzola, caffè e cioccolata. Tanto goloso, quanto ben riuscito.
La Sosta del Cavaliere è una realtà ristorativa tra le più vive del territorio senese che sta riscontrando anche dagli esperti di settore un successo non indifferente. In questa edizione della Guida “Ristoranti d’Italia” del Gambero Rosso sono state conferite due forchette e Forbes lo ha inserito nella classifica dei 100 ristoranti più innovativi del 2025. Il futuro è ancora da scrivere, ma chef Leonardo Fiorenzani e Michela Bigio non hanno intenzione di fermarsi qui.
