Il nome Anna, breve e familiare, ha ispirato tante belle canzoni (dai Beatles a Dalla, per non parlare di Battisti) e molti ristoranti. È presente anche a Roma, ed infatti questo, non lontano da piazza Fiume, si distingue aggiungendo il numero civico, in un quartiere, dietro a MACRO, dove ormai pullulano le alternative.
La gestione è di una coppia conosciuta in città, Annalisa Polo e Roberto Tomasini (con già diversi locali all’attivo, come Casa Carmen e Fatto in Casa By La Danesina). Ci ritroviamo in una saletta interna gradevole con due spazi esterni allestiti sui due lati. Il tutto consente di accogliere in stagione anche 50-60 ospiti. Un bar ben fornito suggerisce il bere miscelato, e la gentile Letizia Di Bella accoglie e intrattiene con garbo.
La cucina di Matteo D’Ambrosio
Siamo sempre alla ricerca di un bistrot a Roma dove non solo si mangi bene, ma che ci dia la scossa. Qui in cucina è Matteo D’Ambrosio, giovane, origine bolognese, varie esperienze con la più significativa al DiverXo a Madrid dall’estroso Munoz. Avevamo quindi parecchie aspettative e in parte non sono andate deluse. Matteo è bravo, sveglio, mostra personalità e determinazione. Promette piatti classici della tradizione emiliana come la lasagna e lo gnocco fritto, accanto a piatti estrosi dove si sente anche l’influsso orientale.
Ed infatti non ci si annoia, ma di certo avremmo preferito una serie di assaggi anche più estrosa, ma in cucina sono troppo pochi e le capriole di certo non c’è il tempo per farle.
Nella linea classica buono il carpaccio con carciofi e la tagliatella al beurre blanc (che manca di un contrasto), nella linea fusion buoni gli gyoza e il dumpling al cubo, ma anche qui si segue troppo l’umami senza introdurre delle note rinfrescanti. Il locale ha solo poche settimane di vita, Matteo ci ha promesso di non deluderci, ne riparleremo in autunno.