Ottobre 14, 2024
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CHI SONO I QUATTORDICI GIOVANI CHEF CHE STANNO RIVOLUZIONANDO LA CUCINA DELL’ISOLA?

Gli chef siciliani under 35 che guidano la ristorazione in Sicilia tra nomi affermati e nuove scoperte.

La Sicilia, con la sua ricca tradizione culinaria e i suoi sapori inconfondibili, è sempre stata una fucina di grandi talenti gastronomici. Negli ultimi anni, una nuova generazione di chef under 35 ha iniziato a farsi strada, portando innovazione e freschezza alla cucina dell’isola. Questi giovani cuochi combinano sapientemente tradizione e modernità, valorizzando i prodotti locali e interpretandoli in chiave contemporanea. Ecco alcuni dei nomi che più da tenere d’occhio sono già affermati.

Questi giovani chef siciliani stanno ridefinendo la cucina dell’isola, portando freschezza e innovazione senza mai dimenticare le proprie radici. La loro passione per la cucina, la dedizione e il rispetto per la materia prima locale sono la chiave del loro successo. Grazie a loro, la Sicilia continua a essere un punto di riferimento nel panorama gastronomico internazionale, dimostrando che tradizione e modernità possono convivere armoniosamente.

I migliori chef siciliani under 35

Alessandro Ingiulla – Catania

Iniziamo questo racconto con uno dei due “stellati” tra i giovanissimi dell’isola: Alessandro Ingiulla, 32 anni, ha ricevuto gli onori della Michelin a 25 anni anni e da poco più di un anno si è trasferito nei nuovi locali di Sapio, in piazza Antonino Gandolfo a Catania. A breve saranno inaugurate le camere, grande menzione per la cantina dove è anche possibile fare delle degustazioni a tema e godere delle “mostre” temporanee che adornano la cantina. Piatto imperdibile? Ovviamente l’insalata di cavolo trunzo, un cavolo rapa Presidio Slow Food di Acicastello

Martin Lazarov – Noto

Nato in Macedonia nel 1995 ma cresciuto in Piemonte, frequenta l’istituto alberghiero a Mondovì, terminato il quale, comincia a lavorare prime nelle cucine dei molti ristoranti gourmet delle Langhe e poi come chef privato per diverse famiglie fino a diventare lo chef personale del famoso stilista Valentino. Nel 2023 arriva in questo posto straordinario che è  Il San Corrado di Noto e oggi guida un imponente brigata di 20 chef per 2 ristoranti, il gourmet Principe di Belludia e il più casual Casa Pasta. Da provare il risotto “Gaia” con  barbabietola, estrazione vegetale e burro fermentato ma soprattutto il piccione, da applausi

Dario Pandolfo – Cefalù

Classe 1991 e chef del Cala Luna, il ristorante fine dining de Le Calette, propone una cucina contemporanea e semplice allo stesso tempo, attenta alla sostenibilità e in grado di valorizzare ogni singolo ingrediente. Piatti che evidenziano la visione dello chef e le influenze di Norbert Niederkofler, per la guida del Touring Club “Alberghi e Ristoranti d’Italia”, edizione 2024 è chef Top di Domani. Da non perdere lo spaghetto delle Eolie, con pomodoro pizzutello in bianco, gamberi di nassa, la loro salsa, ricci di mare e basilico

Gaetano Verde – Palermo

Inizia la sua formazione tra gli antichi mercati del capoluogo siciliano ma lascia presto la sua terra natale per approdare prima a Taverna Estia e poi al Ledbury di Londra e a Parigi con Robuchon e Pacaud. Tornato nella sua Palermo, assume il ruolo di Executive Chef del ristorante Charleston, sposando il progetto ambizioso di una vera e propria istituzione della ristorazione. Gnocchetti di bieta, nervetti e ostrica. Capolavoro.

Riccardo Fazio – Taormina

31 anni, è il responsabile delle cucine del Mazzarò Sea Palace a Taormina e anima del Blum con soli 12 posti a sedere all’interno di un esclusivo terrazzo che sembra appoggiato sulle onde. Studi alberghieri, poi esperienze all’estero, da Francesco Mazzei e all’Harry’s Bar di Londra per  tornare in Italia (con una sosta da Arnolfo con Gaetano  Trovato) e confrontarsi con le tante tipologie di ristorazione, in particolare nell’hôtellerie. Magistrali i tagliolini di pasta fresca con aglio nero e mandorla

Francesco Sampino – Palermo

Classe 1996, ha seguito un percorso non convenzionale nel mondo della cucina: Liceo Classico e poi l’Università prima di iniziare uno stage alla trattoria “Battibecco” a Bologna e avviarsi al mondo dei fornelli. I Cucci a Palermo, Il Bavaglino da Giuseppe Costa, AlpiNN da Norbert Niederkofler, Da Vittorio a Brusaporto e prima del ritorno a nella città natale lavora per circa un anno da Retrobottega, seguendo lo chef Alessandro Miocchi. Oggi è il responsabile di cucina al Morettino Lab, uno spazio all’interno del nuovo Palermo Marina Yachting: caffetteria Specialty dove la mixology e la coffee experience si mescolano ai momenti di pranzo e cena con una cucina di gusto che fa delle materie prima e della selezione dei suoi fornitori il focus principale dove Sampino emerge e sorprende. Chiedete sempre i fuori menu, una sorpresa in una proposta ben collaudata

Alen Mangione – Agrigento

25 anni e da Gennaio 2024 guida il ristorante di famiglia a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento. “Carusu”, così come il nome del ristorante, perché lo chef è sempre stato il più piccole delle brigate dove ha lavorato: Da Vittorio a Brusaporto, da Ciccio Sultano, con Nino Ferreri (ora Limu) ai tempi di Villa Athena di Agrigento e ancora prima la gavetta e l’ALMA. Tradizione, territorio, ingredienti sono l’ABC dell’alfabeto di questo giovane cuoco. Da provare lo sgombro confit, con maionese di pesce azzurro e fichi d’india e il dolce dedicato ad un luogo millenario, il “Giardino della Kolymbethra” con mandorla, pistacchio, olio Evo, gelsi, agrumi e carruba

Andrea Ridolfo – Pozzallo

27 anni e originario di Brolo, da quattro anni dirige la cucina del ristorante A Valata a Pozzallo. Scopre il mondo della ristorazione grazie al fratello, poi inizia a lavorare in cucina sotto gli occhi attenti di Ciccio Sultano, Peppe Cannistrà, Vincenzo Candiano, Roberto Toro, Enrico Bartolini ed altri. Dopo anni trascorsi tra cucine stellate e fine dining, ha deciso di tornare alle mie origini e ad una cucina consapevole della materia prima, attenta al processo di produzione e alla stagionalità. Nel ristorante in riva al mare di Gianluca e Corrado, imperdibile il pesce del giorno da scegliere al banco e, quando possibile, lo spaghetto con i ricci di mare.

Domenico Perna – Capo d’Orlando

30 anni è ritornato a “casa” dopo le esperienze europee e italiane. Studi alberghieri, tanti stage e due tappe in Sicilia a La Capinera di Taormina con Pietro d’Agostino e Il Cappero del Therasia Resort di Vulcano dove è sous chef di Giuseppe Biuso. Al Pepe Rosa porta la sua idea di cucina che si sviluppa e varia sulla base delle materie prime utilizzate. Coraggioso il cappelletto di piccione, ottimo il riso al garum di alici, pomelo, lattuga di mare e anice stellato, da manuale la ventresca di tonno dry aged circa 3 mesi, caramello di carruba e olandese all’acque di porro fermentato.

Francesca Barone – Modica

Non ancora trentenne è figlia d’arte e insieme alla sorella gestisce Fattoria delle Torri, nel cuore del centro storico di Modica. Fin da piccola dimostra un’attitudine per la cucina; la sua prima esperienza la vede al fianco del padre Peppe Barone nel ristorante di famiglia poi fa tappa dai fratelli Alajmo, il Combal Zero ed infine il Perù. Una cucina golosa e divertente che esprime freschezza, ricerca delle migliori materie prime ed una certa arguzia nel miscelare profumi e sapori. Interessanti le linguine con zucca, animelle e foglie di fico

Davide Guidara – Vulcano

Voleva fare lo chef sin da bambino, oggi a 30 anni guida la cucina del Tenerumi dove cucina con soli ingredienti vegetali all’interno del Therasia Resort. Dopo l’alberghiero a Castelvenere (BN), inizia subito le prime esperienze fino a giungere al Noma di Copenaghen. La prima esperienza da chef all’età di 22 anni avviene all’Eolian Milazzo Hotel e non va più via dalla Sicilia dove fonda il movimento di nuova cucina vegetale sotto il marchio “Cook More Plants” al fine di ridefinire il mondo vegetale, sia sotto il punto di vista di una cucina d’autore d’avanguardia sia nella cultura mainstreaming per far apprezzare al meglio ciò che il mondo delle verdure ha da offrire. Da assaggiare i fagioli Cosaruciaru, miso al pistacchio e limone ed il pomodoro Datterino concentrato, salsa di pomodoro alla griglia e origano.

Alberto Angiolucci – Catania

Alberto Angiolucci frequenta dopo il Liceo Classico la scuola di Boscolo Etoile e inizia a lavorare in diverse cucine d’Italia e d’Europa: Shalai sull’Etna, The Gun a Londra, il Mudec di Enrico Bartolini, Motelombroso con Andrea Zazzara, con Bianca Celano ma anche con Marinella Rossi ed il catering Mariencò. Nel giugno del 2022 ha aperto a Catania Angiò Macelleria di Mare, dove da chef, oste e proprietario propone salumi di pesce e frollature ragionate.

Matteo Carnaghi – Noto

Classe 1994, e originario di Busto Arsizio, studia Enogastronomia presso l’Istituto Professionale di Gallarate diplomandosi nel 2013. Inizia la sua carriera professionale in provincia di Varese per poi trasferirsi prima in Spagna e poi al fianco nelle cucine di Viviana Varese. Dal 2016 al 2021 è sous chef da “Alice” e in seguito in “VIVA Viviana Varese”, il ristorante all’interno di Eataly Smeraldo di Milano. Nel 2021 Matteo lavora al Relais Borgo Santo Pietro 5 e dal 2022 porta avanti la cucina della chef all’interno dell Boutique Hotel Country House Villadorata.

Onofrio Pagnotto – Vulcano

24 anni, da questa stagione alla guida del Ristorante Il Cappero del Therasia Resort, Pagnotto inizia il suo percorso di formazione giovanissimo quando sedicenne, da Vietri di Potenza in Basilicata, parte alla scoperta del mondo della sperimentazione culinaria, facendo tappa anche al Noma di Copenaghen e l’Azurmendi Atxa di Bilbao. Nel 2021 il trasferimento in Sicilia dove ha ricoperto fino allo scorso anno il ruolo di Sous Chef di Davide Guidara al Ristorante “I Tenerumi”. Tra i signature la “Spigola alla Brace” – con protagonista assoluto la spigola, la sua emulsione e beurre blanc – e “Gallina e uovo” – un bottone di pasta all’uovo realizzato con il solo tuorlo, ripieno di genovese di gallina faraona, completato con tuorlo d’uovo affumicato al sentore di olivo e mandorlo.